Fichi, amici dell’intestino

Fichi, amici dell’intestino

Avete mai visto i fiori dell’albero dei fichi? No? E per forza: i fiori (monoici, cioè a sessi separati) non sono visibili all’esterno. Infatti quelli femminili sono chiusi all’interno del ricettacolo, erroneamente chiamato frutto (botanicamente “siconio”). I fiori maschili sono collocati presso la bocca del ricettacolo, sempre all’interno, e hanno il compito di fecondare quelli femminili dando luogo ai veri frutti (“acheni”), erratamente definiti semi.
Dunque il fico (Ficus carica) è una pianta sicuramente diversa da tutte le altre. Ma, senza sospettarlo, i fichi – ossia i frutti – sono anche benefici sul nostro organismo, in modo dolce, anzi dolcissimo, ma efficace.

Perché i fichi fanno bene?
Freschi o secchi che siano, i fichi agiscono sull’organismo con grande delicatezza, grazie alle mucillagini, che li rendono espettoranti, combattendo le infiammazioni dell’apparato respiratorio, e poi lassativi (soprattutto quelli secchi), emollienti delle mucose e della pelle. Al tempo stesso, grazie all’ottimo contenuto in sali minerali (ben 964 mg di potassio per 100 g di polpa), vitamine e zuccheri i fichi secchi sono fantastici remineralizzanti, tonificanti ed energetici; infine, in virtù degli enzimi sono digestivi e combattono la gastrite.

Com’è fatto il fico?
È un albero che può diventare anche di relativamente grandi dimensioni (7-8 m d’altezza e 10 m di diametro), con tronco grigiastro e rami giovani marroni, con corteccia lucida e liscia. Ha foglie grandi, lobate (da tre a sette lobi), raramente intere, abbastanza consistenti e ruvide al tatto (attenzione: non raccogliete i fichi in canottiera, perché le foglie tendono a raspare la pelle!), color verde scuro nella pagina superiore e più chiaro in quella inferiore, con un odore piuttosto marcato.
Ne esistono cultivar bianche o nere a seconda del colore della buccia, con polpa che può essere chiara o colorata indipendentemente dal colore esterno (ma le varietà a buccia chiara hanno sempre polpa chiara).
Inoltre le cultivar disponibili in tutti i Centri di Giardinaggio possono essere unifere o bifere o perfino trifere: significa che fruttificano una sola volta l’anno oppure due o tre. Le unifere, adatte a zone fresche/fredde, producono fichi in agosto; le bifere regalano i “fioroni” a giugno e i “fòrniti” a settembre e sono perfette dalla Val Padana in giù, Appennino compreso; infine le trifere solo nel Sud più caldo regalano una produzione a maggio, una seconda ad agosto e una terza a novembre.

Come coltivare l’albero
Il freddo intenso e prolungato è il tallone d’Achille del fico: non sopporta gli inverni troppo rigidi, teme le gelate e le brinate improvvise in primavera. Quindi vegeta al meglio nella zona mediterranea e non dovrebbe mai superare i 600 m d’altitudine ma, con il cambiamento climatico in atto, produce anche in Val Padana, e perfino sulle Alpi e l’Alto Appennino se viene piantato in posizione ben riparata dai venti freddi e soleggiata. Il sole infatti è fondamentale per la produzione, anche nel Sud.
Cresce spontaneo nelle zone costiere del Meridione, dove lo si può incontrare dalle rive del mare fino ai 600 m d’altitudine. In passato, quando questa pianta era una costante delle case di campagna, lo si trovava spesso in prossimità dei muri esposti a mezzogiorno.
Accetta qualsiasi tipo di terreno (purché non umido), anche se preferisce quello calcareo, sciolto, anche sabbioso, permeabile, sassoso e arido. Si annaffia solo nel primo anno dopo l’impianto. Non è necessario concimarlo, perché resiste bene e fruttifica anche su terreni molto poveri, e non ha bisogno neppure di potature, se non per l’eliminazione dei rami spezzati.

Come si raccoglie
I fichi vanno raccolti a mano, con molta delicatezza per non danneggiarli, scegliendo quelli di volta in volta maturi. Attenzione: non allungate le mani a casaccio perché, essendo assai graditi alle vespe, potreste appoggiarle sugli insetti intenti al pasto, che non gradirebbero per niente e si vendicherebbero subito…
I frutti si possono seccare anche in casa, raccogliendoli a metà mattina, pulendoli con uno strofinaccio, tagliandoli a metà e ponendoli a seccare al sole su assi di legno, ritirandoli di notte, fino a essiccazione avvenuta. Si conservano in scatole di legno o barattoli di vetro.

Ricette di erboristeria con i fichi freschi
I frutti si tagliano a metà; le tisane si filtrano ed eventualmente si dolcificano con miele (ma sono già dolci di per sé), poi si bevono ancora calde.
Per attenuare il raffreddore: bollitene 40 g in una tazza d’acqua per 20 minuti, bevete 3 tazze al giorno.
Per ridurre la raucedine: bollitene 10 g in una tazza di latte per 10 minuti, assumete 3 tazze al giorno.
In caso di bronchite o catarro: bollitene 50 g per 15 minuti in una tazza d’acqua, prendete 3 tazze al giorno.
Contro i foruncoli: scaldatene uno in poca acqua tiepida, tagliatelo a metà e applicatelo per 20 minuti.

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